È per questa sera l'attesissimo appuntamento con Andrea Bocelli e il «Concerto del Cuore», in programma alle 20.30 al Carlo Felice; attesissimo davvero, addirittura dallo scorso 5 luglio, data in cui era previsto a bordo della Costa Concordia e che invece non si tenne per un'indisposizione del tenore: attesissimo ancora, e i fatti lo confermano, perché il teatro è completamente esaurito, con l'unica possibilità per i ritardatari di avere gli ultimi 200 posti in piedi arrivando all'ormai inflazionato «last minute»; e non ultimo motivo d'attesa - per lo meno in ordine di importanza - la realizzazione di quel nobile progetto di solidarietà che ha come destinatario l'Istituto Giannina Gaslini, in grado così di acquistare una TAC all'avanguardia, capace di rendere sempre meno invasive le tecniche diagnostiche sui piccoli pazienti.
«Al di là dell'aspetto artistico - ha detto il tenore - credo che sia fondamentale sottolineare l'importanza di queste iniziative nella loro valenza umana: essere protagonista di una serata che aiuta i bambini meno fortunati è certamente per me motivo d'orgoglio e soddisfazione. C'è bisogno di sensibilizzare i privati alle esigenze dei soggetti più deboli, anche perché fra l'altro sarebbe un grosso aiuto allo stato, che non riesce mai purtroppo ad essere esauriente; io sono sempre stato molto sensibile in questo senso, sono convinto che la solidarietà contribuisca a forgiare nei cittadini e soprattutto nei giovani un'educazione completa e un'indispensabile consapevolezza sociale».
«Ironia della sorte, la fondazione ha proprio il nome dello strumento musicale, in cui ogni corda vibra per simpatia con quella pizzicata: noi membri ci sentiamo tutti stimolati all'armonia comune».
«Un interessante scorcio sul ponte ideale che unisce otto e novecento - continua il tenore - uno stimolo per i compositori contemporanei a prendere in considerazione capolavori dei secoli passati per donargli, per così dire, un'anima nuova. C'è bisogno di questa cultura, e purtroppo il problema della musica classica oggi è essenzialmente un problema di marketing, tanto per usare un termine che con l'arte ha davvero poco a che fare: mancano i veicoli per diffonderla, e questo è davvero un peccato. In America sembra che lo abbiano capito, amano la musica italiana...o forse sono felici perché non contamino la loro%u2026non so, quel che è certo è che la nostra tradizione andrebbe valorizzata, ed è un po' il mio proposito anche per questa sera».
Articolo e bellissima foto...