Affido condiviso
Una questione
anche di parcelle
Cara "Liberazione", negli articoli sul progetto di legge 66 "dell'affido condiviso" interviene talvolta l'avvocato divorzista Bernardini de Pace che, ripresentando la sua ultima opera letteraria, ne approfitta per esprimere contrarietà alla suddetta riforma. Lo fa, ad esempio, sulle prime pagine del supplemento "Magazine", de "Il Corriere della Sera" del 4 novembre dove, contrapponendosi al grande tenore ANDREA BOCELLI impegnato in prima persona nella difesa della riforma e dei figli, scrive: «Anch'io sono una paladina dell'affido congiunto». Non si può darle torto, la divorzista è sincera. Ella è favorevole all'affido congiunto, sempre che sia conservato l'affido esclusivo ad un solo genitore, la cui sola esistenza, oltre ad accrescere numero, contenzioso, durata e spesa delle cause di separazione, fa sì che l'affido congiunto, potendo decadere per un nonnulla, sia instabile, una merce rara e pregiata tale da invogliare i genitori ad indirizzare cospicue risorse economiche - e di tempo - verso certi legali togliendole ai figli. Non sarà forse questo il motivo che induce una celebre avvocato divorzista a dirsi contraria alla riforma che andrà a cancellare l'affido esclusivo sempre che non sia prima stabilita l'inidoneità di un genitore ai sensi dell'articolo 330 o 333 del Codice civile?
Silvio Pammelati, Roma
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